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Se qualcuno ti chiedesse “a freddo”:” Preferisci combattere o danzare?”

Cosa risponderesti?

Probabilmente la risposta più immediata sarebbe: “Dipende”.

Se poi tu sapessi che il risultato finale dell’ipotetico combattimento sarebbe sempre e comunque a favore dell’avversario, danzare apparirebbe immediatamente la scelta più allettante.

Le affascinanti chiacchierate che ho avuto con gli amici surfisti hanno alcuni denominatori comuni: attendere il momento giusto, cavalcare l’onda e rientrare a riva, possibilmente sani e salvi.

Per chi cavalca le onde oceaniche, infatti, pare che rientrare a riva con facilità sia spesso qualcosa di non così scontato.

Le forti correnti a volte impediscono il rientro e per guadagnare la riva è necessario assecondarle, magari spostandosi di poche miglia per poi tornare a terra al punto di partenza dopo qualche zizzagare in mare.

Lo stesso vale per chi cavalca le correnti d’aria e con il parapendio deve scendere al campo base o sul bersaglio.

Entrambi, uomini di mare e di aria, ingaggiano con l’elemento in cui sono immersi una vera e propria danza, a volte dolce e leggera come un valzer inglese a volte più decisa come una rumba o un tango.

Chi tenta di combattere l’elemento, di piegarlo alla sua volontà il più delle volte soccombe e non raggiunge l’obbiettivo.

Lo stesso succede nella nostra vita con il mare nel quale siamo costantemente immersi: le nostre emozioni.

Possiamo decidere di combatterle o ignorarle (che poi è l’altra faccia della medaglia) e rischiare di prendere decisioni sbagliate, di essere sconnessi da chi ci circonda, dalla situazione presente, dal contesto e quindi non vivere appieno ed essere persone perennemente sulla difensiva.

Un leader che combatte le proprie e altrui emozioni o le ignora per esempio non sarà mai leader fino in fondo.

Oppure scegliere di danzare con loro. Di ingaggiare tra noi due quella serie di movimenti che dapprima potrebbero essere scomposti ma pian piano diventeranno armonici e fluidi.

Non ci sono emozioni buone o cattive, giuste o sbagliate.

Le emozioni sono vibrazioni che portano informazioni e che sempre, più o meno piacevoli che siano, sono lì per raccontarci di noi e di come noi stiamo interpretando un avvenimento, un pensiero, un sogno, una relazione. 

Fare delle emozioni le nostre alleate ci rende persone, compagni, genitori, manager, leader migliori.

Qualche spunto di riflessione su alcuni apprendimenti da tenere in considerazione, giusto per cominciare le danze:

Primo apprendimento: le emozioni sono segnali che svolgono una funzione essenziale per la nostra sopravvivenza.  Non devono essere “ciecamente obbedite”, ma non devono essere ignorate.

Secondo apprendimento: il corpo è il primo luogo su cui concentrarci per diventare emotivamente intelligenti.

Terzo apprendimento: le emozioni non viaggiano mai da sole, si mischiano, si compongono e scompongono o meglio portano segnali e vibrazioni che noi componiamo e scomponiamo.

Quarto apprendimento: anche per le emozioni è utile avere un buon vocabolario, saperle nominare.

Quinto apprendimento: siamo co-artefici delle nostre emozioni. Quindi possiamo imparare a gestirle e affinare la nostra capacità fino a “crearle” in noi e negli altri.

1 Comment
  • XMC

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    Giugno 3, 2022 at 11:00 pm

    Super-Duper site! I am loving it!! Will be back later to read some more. I am taking your feeds also

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