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Viviamo in una società che ci spinge costantemente a misurarci con gli altri. Sia che si tratti di successi professionali, relazioni personali o persino aspetti fisici, il paragone è diventato una sorta di riflesso automatico. Tuttavia, questo processo può rivelarsi nocivo per la nostra crescita personale. Il paragone non solo ci distoglie dai nostri obiettivi, ma ci può condurre verso un terreno di insoddisfazione perenne.

Innanzitutto, perché parliamo di “tentazione”? Non si tratta di una questione morale, in questo caso si tratta di un impulso che nasce spontaneamente, quasi automaticamente e che ci distrae dal nostro scopo. Proprio come quando siamo impegnati in un’attività e il telefono vibra, distogliendoci dall’attenzione, il paragone funziona allo stesso modo. È una forza che ci allontana dal nostro percorso, inducendoci a mettere a confronto in modo “giudicante” ciò che siamo con ciò che sono gli altri, spesso in modo automatico e inconsapevole.

Questa tendenza al paragone è radicata nella nostra cultura e nelle modalità con cui apprendiamo fin da piccoli. Cresciamo infatti in un contesto che continuamente ci stimola a misurare noi stessi rispetto agli altri. Tuttavia, se desideriamo realmente crescere, imparare e maturare, dobbiamo liberarci da questa abitudine. Il paragone è sempre asimmetrico: c’è sempre qualcuno migliore e qualcuno peggiore, il che ci fa sentire intrappolati in una spirale di giudizi, sia su noi stessi che sugli altri.

Il Confronto come Alternativa

La soluzione a questa dinamica è il confronto, un processo molto più costruttivo e sano. A differenza del paragone, il confronto non prevede giudizi ma si basa su un dialogo aperto, sia con gli altri che con noi stessi. Il confronto ci permette di sospendere il giudizio e di chiederci: cosa mi ispira in questa persona? Quali qualità o caratteristiche vorrei sviluppare anche io? È una riflessione che ci spinge a guardare dentro di noi, per capire cosa ci manca e perché lo desideriamo.

Per esempio, se notiamo che la simpatia di una persona ci affascina e ci piacerebbe essere più socievoli, dobbiamo chiederci perché sentiamo questo bisogno. Non si tratta di scoprire le cause profonde, ma di capire cosa vogliamo raggiungere in quel preciso momento della nostra vita. Il bisogno si trasforma così in un obiettivo concreto. Potremmo renderci conto di voler migliorare le nostre relazioni o di voler acquisire maggiore sicurezza nei contesti sociali.

Una volta identificato il nostro obiettivo, il passo successivo è individuare quale sia l’elemento essenziale che vogliamo integrare nella nostra vita. Nel caso della simpatia potremmo osservare qual è l’elemento che maggiormente risuona in noi della persona con cui ci stiamo confrontando: il sorriso, la postura, la modalità di comunicare, la capacità di ascoltare, … . Questo ci permetterà di esercitarci in modo consapevole, portando lentamente questo cambiamento nel nostro modo di relazionarci con gli altri. Con il tempo, questo nuovo approccio diventerà parte della nostra personalità e ci permetterà di sentirci più soddisfatti e realizzati.

Conclusioni

Superare la tentazione di paragonarsi agli altri non è un processo immediato, ma richiede consapevolezza e volontà di crescita. Concentrarsi sul confronto, piuttosto che sul paragone, ci aiuta a sviluppare una versione migliore di noi stessi, senza cadere nella trappola del giudizio. È un percorso che richiede esercizio e pazienza, ma che ci porterà verso una maggiore soddisfazione personale e relazionale.

Il confronto, dunque, diventa una palestra dove possiamo allenare le nostre virtù, rimodulando ciò che funziona meglio per noi e costruendo, passo dopo passo, la persona che vogliamo ed aspiriamo ad essere.

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