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Viviamo in un mondo ricco di opportunità, dove la domanda “Cosa farò da grande?” può trasformarsi in un dilemma esistenziale, soprattutto per chi è multi-potenziale. 

Ma che cos’è esattamente la multi-potenzialità? 

Secondo una definizione che chiamo “strong”, i multi-potenziali sono persone che hanno le capacità di eccellere (uso questa parola nel suo significato pieno) in diverse discipline allo stesso modo e con lo stesso grado di eccellenza: Margherita Hack medaglia d’oro di salto in alto e salto in lungo ai campionati universitari e scienziata di fama internazionale ne è un esempio.

Seguendo invece un approccio “light” della multi-potenzialità, Emilie Wapnick, nel TED Talk che ha reso famoso il tema, si riferisce a persone con molteplici talenti e interessi che si sentono in grado di avere la capacità “potenziale” di svilupparli tutti con il medesimo grado di soddisfazione e successo. 

In un senso più ampio, la multi-potenzialità abbraccia una visione del mondo in cui il potenziale non è limitato a un’unica carriera, ma si estende a una varietà di esperienze e conoscenze.

Che è poi la forma di multi-potenzialità che caratterizza molte persone e sicuramente la maggior parte delle giovani e dei giovani del nostro tempo.

Essere multi-potenziali significa affrontare una continua tensione tra il desiderio di esplorare nuove possibilità e la realtà: la concretezza che è data da innumerevoli fattori che inducono a concentrarsi e a seguire un percorso che sembra essere uni-lineare. 

È per questo parlo di “dilemma”: la nostra cultura tende a premiare la specializzazione, facendoci sentire inadeguati se non riusciamo a trovare e seguire una traiettoria definita

Il multi-potenziale è chiamato ad affrontare questo dilemma tra la potenziale varietà delle possibili strade in cui realizzarsi e il limite del collocarsi dentro una specifica “forma” di professione. Quasi una sorta di dilemma identitario. 

Ci troviamo quindi di fronte non tanto e non solo alla domanda: “Cosa farò da grande?”, ma piuttosto alla domanda: “Chi sarò da grande?”, una chiamata a riflettere sulla persona che desideriamo diventare.

Riflessioni sulla Multi-Potenzialità

Per il multi-potenziale la scelta del futuro ha a che fare con la sensazione di trovarsi al supermercato delle opportunità, davanti ad uno scaffale pieno di scelte possibili e tutte alla sua portata. 

Qui torna il dilemma nella sua parte più diretta: “Quale sarà quella giusta?”, “Quale sarà quella che realizza la mia vera passione?” e soprattutto “Quali possibilità, che sono alla mia portata, mi lascerò sfuggire facendo una scelta?”. 

Da una parte la cultura di cui ci siamo nutriti ci spinge all’idea che possiamo essere o fare qualsiasi cosa desideriamo, dall’altra alimenta la convinzione che, se non ci specializziamo, non saremo mai professionalmente realizzati.

Si rimane così bloccati a fissare gli scaffali, incapaci di prendere una decisione. 

Questa paralisi deriva dalla paura dell’ignoto, dal desiderio di volare e il timore di scegliere di lanciarci, una forza che ci protegge, ma ci limita. 

Rimaniamo intrappolati nel nostro potenziale illimitato, il che alimenta un senso di impotenza e insoddisfazione.

Una strategia per sbloccarsi è quindi tornare a sé e cercare dentro sé stessi – con franchezza, trasparenza e senza giudizio – quello che mi ha fatto crescere fino adesso e ciò che mi ha limitato. Attraversare il ventaglio delle nostre esperienze e trovare la trama che le unisce, come se assistessimo ad una pièce teatrale dove siamo curiosi di sapere qual è il bandolo della matassa.

Riconoscere i nostri interessi, le nostre capacità, i nostri limiti e soprattutto le nostre passioni non è un processo semplice. 

Anche perché sappiamo che con il passare del tempo, ciò che inizialmente ci affascinava e su cui avremmo scommesso il nostro futuro può diventare noioso. 

È quindi fondamentale comprendere il nostro ritmo e il nostro tempo: cominciando con il chiederci “Cosa possiamo fare per sincronizzare le nostre passioni con chi vogliamo diventare?”. 

Questa sfida ci porta a chiederci che cosa sono, di che natura sono le nostre “passioni”, senza perdere di vista ciò che conta realmente misurandoci sull’azione poiché agire è l’unica strada che ci fa comprendere che cosa desideriamo realmente e come e con quanta intensità lo possiamo perseguire.

Affrontare la sfida di agire e mettere “a terra” le nostre opportunità richiede pazienza e la disponibilità a fallire.

Il fallimento è sempre una grande occasione di apprendimento ed è una risorsa che aiuta a recuperare talenti: è un passo necessario per crescere. 

Per i profili multi-potenziali la capacità di accogliere e valorizzare il fallimento è una modalità per tenere vive solo quelle possibilità che realmente sono allineate con ciò che si desidera per il proprio futuro.

E alla fine, tutto questo va passato al vaglio di alcune domande cruciali: “A cosa mi sta chiamando la vita?”, “Che valore voglio dare a quello che faccio?”, “Qual è il valore che creo per gli altri?”. 

Scoprire il nostro scopo, il senso, il perché ci aiuta a orientare le nostre scelte verso una vocazione autentica.

Conclusioni

Osservare il passato senza giudizio è essenziale per capire come siamo arrivati qui. Riconoscere le influenze esterne ci aiuta a definire ciò che desideriamo davvero.
Chiederci “Che contributo possiamo dare al mondo?” è strategico per collocarci nel futuro.
Riservarci del tempo per questa riflessione e, una volta fissato un obiettivo, procedere con determinazione gustando piacevolmente ciò che facciamo disposti a metterci sacrificio e perseveranza, accoglienza del fallimento e apertura all’apprendimento, ci farà comprendere la via da percorrere per la nostra soddisfazione.
I multi-potenziali che hanno la capacità di mettersi in gioco, di agire e di crescere scoprono di avere sviluppato talenti fondamentali per il successo di imprese individuali e di team: flessibilità, apertura mentale, navigare la complessità, accogliere e reinvestire apprendimenti, valorizzare la contaminazione disciplinare e l’inclusione delle diversità, capacità di mediazione e facilitazione di processi, creatività… e potrei andare ancora avanti su queste skills che non sono affatto soft.

La verità è che il lavoro perfetto per noi non esiste, ma possiamo costruire la nostra vocazione passo dopo passo.
Dobbiamo darci il permesso di agire, affrontando il futuro con un approccio libero e fluido.
In questo viaggio, il nostro potenziale multi-dimensionale diventa non solo una ricchezza, ma un faro che illumina la strada verso chi desideriamo diventare.

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